Come ballare bene il Tango Argentino: 10 consigli utili
Che cosa serve per ballare bene il Tango Argentino? Come si fa a ballarlo bene? il Tango Argentino è uno dei balli con la maggiore libertà espressiva esistenti, uno dei più complessi perché ricco di infinite possibilità di combinazione dei passi, che cosa può venirci in aiuto?
Ecco 10 consigli utili per ballare bene il Tango:
1) Sii insegnabile
E’ il punto di partenza, senza questo puoi appendere serenamente la scarpe al muro. Essere insegnabile significa avere volontà di imparare. Significa sapere, e accettare, di non sapere ed essere disposti a ricevere insegnamenti. Non è scontato! Alcuni allievi non ascoltano, interrompono l’insegnante… non riescono a lasciar entrare davvero gli insegnamenti perché ciò implica essere in una posizione di non sapere e questo a volte può far sentire fragili o non bravi, o non all’altezza. Ma è una credenza errata della mente… non crederci, ascolta!
2) Scegli maestri generosi… e non solo bravi
Un buon maestro non è solo colui che conosce bene il tango, ma che non ha paura che l’allievo lo superi, pertanto è generoso. Cerca maestri bravi e generosi. Osserva se a lezione ti parlano mai di struttura del Tango. Purtroppo accade che per tenere un allievo con sé per anni e anni vengano insegnate solo combinazioni di passi da replicare a memoria… alla lunga non serve a niente, spendi un sacco di soldi, non arrivi a comprendere come creare da solo il tango e il tuo ballare sarà sempre simile a se stesso
3) Apprendi la struttura del Tango
E’ il DNA del tango, ovvero gli elementi che permettono di costruire le sequenze, è l’alfabeto. Arriva un punto in cui la memoria non è più in grado di ricordare tutte le combinazioni di passi e le figure che hai imparato a lezione. Per evitare di usare sempre le solite 10, devi conoscere la struttura di base del tango. La maggioranza dei libri sul tango non la tratta, ti mostra solo sequenze, quindi trova maestri che in primo luogo la conoscano e in secondo luogo non siano avari e vogliano condividerla con te. Parlare di struttura significa semplificare ai minimi termini ciò che stai imparando, dare la chiave di accesso per decodificare le figure e le combinazioni, per destrutturare quanto imparato. Se ti propinano sempre figure, seppur belle e via via più complesse… cerca anche altrove!
4) Balla
La lezione è la base di partenza, ma oltre a frequentare i corsi di tango, ai nostri allievi consigliamo sempre di praticare il più possibile. Il corpo ha bisogno di tempo per assimilare i movimenti e di ripeterli più e più volte. Vai a ballare in milonga (il luogo dove si balla il tango), prova a casa, guarda gli altri ballare (così fai lavorare i neuroni a specchio), frequenta stage, vai ai festival di tango… balla e abbi pazienza con te stesso
5) Rispetta i tempi del corpo… abbi pazienza
Gli eccessi non funzionano, nemmeno nel tango. Se fagociti troppo rapidamente gli insegnamenti e ne accumuli uno sull’altro alla velocità della luce non riesci a farli tuoi, se diventi bulimico nel ballare il tuo corpo ti presenterà il conto… il corpo ha tempi più lenti della mente, rispetta i suoi tempi di assimilazione… permettigli di digerire prima di mangiare di nuovo, permettigli di riposare e di rigenerarsi, rispettalo quando ti parla
6) Amplifica la tua respirazione
La maggior parte delle persone vive con un respiro corto e alto, ovvero che si ferma al petto senza coinvolgere l’addome, e il diaframma per lo più è bloccato. Più la respirazione è ampia, profonda e fluida più l’energia circola nel corpo e i muscoli vengono ossigenati. Questo rende il tango più fluido, morbido e piacevole. Fai pratica costante di esercizi di respirazione, soprattutto all’inizio, poi una volta assimilata il corpo la mantiene da sé. Fatti spiegare come funziona la respirazione anche addominale. Un buon insegnante questo non solo lo dovrebbe sapere ma anche applicarlo su di sé e spiegartelo. Se un insegnante non ti parla mai di respiro… scappa! Ballerai sempre in apnea, come accade a tutti all’inizio e il piacere sarà per te un miraggio!
7) Impara a radicarti mentre balli
Radicamento (o grounding) significa “stare con i piedi per terra”. E’ un termine coniato da Alexander Lowen, il fondatore della bioenergetica. Ballare radicati a terra significa lasciarsi scendere, ovvero imparare a fidarsi dei propri piedi e del loro appoggio e affidarsi al sostegno della terra. La maggior parte di noi soffre di mal di schiena perché si tiene su dall’alto, invece di lasciarsi scendere verso il basso. Cerca maestri che ti insegnino come radicarti a terra, come ad es. gli esercizi di bioenergetica e praticali (ne trovi alcuni sul sito di Maria Borruso tra le sue pratiche, oppure nei libri di A. Lowen). Solo se sei radicato puoi davvero aprirti all’altro e smettere di pesare su di lui. Cambia completamente il tuo modo di ballare: cambia la postura, cambia la sensazione, sei più sicuro di te, solido e acquisti molto equilibrio.
8) Non sentirti arrivato
Nemmeno i maestri devono smettere di imparare. C’è sempre possibilità di crescere e migliorare purché non ci si senta già arrivati… lì muore tutto, tango compreso
9) Trova il Tuo tango
Ci siamo passati tutti “voglio assomigliare a quel maestro, voglio ballare come lui/lei”… non solo è impossibile, ma è così svilente per la persona che sei. Prendi ciò che ti serve da un maestro e poi come qualcuno mi ha insegnato “dimentica tutto”… permetti al tuo corpo di dare la sua forma al tango, la sua impronta, il suo stile… nessuno ballerà mai come te e questo è stupendo, sei inimitabile e unico
10) Accetta i tuoi limiti e scopri il tuo talento
Non sei Dio, pertanto non sarai mai perfetto. Anche se guardando ballare alcuni maestri sembrano perfetti, nemmeno loro lo sono, semplicemente hanno trovato in cosa hanno talento e lavorano per metterlo in luce. Ogni corpo è diverso, esplora cosa ti piace, quali movimenti ti danno gioia e senti tuoi, e lavora su quelli, falli risplendere… sii disposto a cambiare il tuo modo di ballare più e più volte… e accetta i tuoi limiti, è il solo modo per superarli.
Tutto molto giusto.Ad alcune cose c’ero arrivato da solo,anche perchè metto sempre in discussione me stesso e difficilmente sono veramente contento di quello che faccio.Perciò la ricerca di miglioramento personale c’è. La respirazione diaframmatica per me non è un problema la conosco e la pratico da parecchio tempo. Dopo sei anni passati con un maestro sento il bisogno di cambiare,non perchè lui non abbia più niente da insegnarmi,sarei un imbecille se pensassi una cosa simile,ma voglio sentire,vedere ,provare altri metodi di insegnamento per avere un’orizzonte più ampio e altre tecniche di lettura e di esecuzione di cose che faccio gìà da anni..Ma come le faccio??Questo è il problema ed è quello che voglio scoprire,basta passi,figure,incroci.ecc.adesso sto cercando portamento,asse,relazione con la partner,modo giusto di guida…e perchè no ..musicalità.
Ciao Domenico,
mi sembra davvero una buona idea quella di allargare l’orizzonte. C’è una frase interessante di Jean Jaures che dice: “Non si insegna quello che si vuole, dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere; si insegna e si può insegnare solo quello che si è”.
E ogni insegnante è un mondo diverso. Saggia la tua frase “Ma come le faccio?!”, un punto a cui non tutti approdano. Il come e non il cosa. Il “ripulire” il proprio tango, il dargli la Propria impronta. La relazione e la connessione è essenziale, io credo, non solo per dialogare ma anche per incontrare un modo più intenso di ballare tango. Buone scoperte! Maria
Sono veramente 10 consigli utili! Ballo da poco ho tante difficoltà e qualche volta sono stato tentato di buttare la spugna! Però ho capito che bisogna perseverare ed essere un bravo allievo per ballare bene. Del resto nessuno nasce imparato!
Ciao Maurizio, mi fa piacere che possano esserti utili. E’ normale all’inizio sentirsi goffi, fare fatica, e voler mollare. Se ti piace, come immagino, persevera e pian piano raccoglierai frutti. Buon tango! Maria
Frequento da quasi 2 mesi un corso di tango argentino. Quando facciamo riscaldamento da soli non vado così male, in coppia però sono un disastro io che devo guidare non so mai quello che si deve fare e noto che le ragazze che ci sono si stufano di ballare con me, quindi da un po’ evito di invitare durante la pratica. Mi sento a disagio ed escluso perché sento che non trasmetto nulla mentre ballo.
Credo che quella di stasera è l’ultima lezione
Ciao Marco, per la mia esperienza all’inizio per l’uomo ci vuole un po’ di pazienza per apprendere come guidare. Non è semplice, né immediato, perché parlare attraverso il corpo, dando indicazioni attraverso di esso, richiede un tempo di apprendimento. Purtroppo, lo vedo spesso, le donne hanno poca pazienza, vorrebbero che il partner di ballo le guidasse sin da subito facilmente, ma non è così. E’ normale che tu non riesca a trasmettere nulla per ora, perché la possibilità di trasmettere arriva in un secondo momento, quando so come muovermi. Se ti piace il tango non demordere. Magari prova un altro corso, potresti trovare ballerine più accoglienti. Un’altra possibilità, se ti piace il tango, è quella di fare magari due lezioni a settimana, oppure qualche lezione privata con l’insegnante per aumentare la sicurezza nel tuo modo di guidare. Non so di che città sei. Nel caso di Bologna, dove facciamo lezione, da noi sei il benvenuto.
Come sono giusti i concetti che hai scritto, io amo il tango e mi ci sono dedicata con umiltà da diverso tempo, il problema che incontro come donna inelle milonghe è che difficilmente vengo invitata, quasi tutti ballano all’interno del proprio gruppo e tu donna rimani seduta malinconica e pure un po’ umiliata
Ciao Orietta, compendo ciò che scrivi. Il tango è un ballo sociale, elemento intrinseco del tango è contribuire a far conoscere e socializzare le persone. Forse a volte, per timore dei giudizi, gli uomini tendono a ballare solo con le donne che conoscono, senza comprendere che ballando con persone nuove potrebbero trovare nuove intese. Sarebbe interessante, per tutti, uscire dalla propria zona di comfort, almeno ogni tanto. Si scoprirebbero anche nuove cose di sé stessi. Lieta di averti tra noi!
Buongiorno, condivido alla lettera i 10 consigli per il tango. Essere bravi è un conto, insegnare è un altro. Ho frequentato tre anni di corso di tango Argentino, ma per quanto riguarda la connessione, la comunicazione con la Dama (a me piace chiamarla così) perché la donna che balla con me la considero una Regina, una principessa, però tante volte non sono all altezza di renderla tale. Tante scuole di tango Argentino fanno solo copia incolla. Ti fanno vedere ogni volta tante figure nuove senza nessun ordine didattico, non ne comprendo il fine. Le nozioni importantissime che avete scritto sono delle Chimere. Grazie alle persone he siete. Io darei non so che per imparare almeno discretamente il Tango Argentino. Leonard Roma
Ciao Leonardo,
grazie per il tuo commento. E’ molto bello che tu dia valore alla donna nel tango, anche lei però deve dare valore a te. Per la mia esperienza personale e di insegnante all’inizio per chi guida è più complesso prendere le misure con così tanti elementi come la marca, l’intenzione, la connessione, la fluidità dei movimenti, i passi, ed è più che normale che concentrandosi su un aspetto che ci si dimentichi di un altro, un’attenzione alta su tutto nasce dalla pratica e dall’esperienza. Noi quando insegniamo cerchiamo di valorizzare sia gli elementi qualitativi del ballo (connessione, comunicazione, postura, abbraccio, ecc.), che quelli quantitativi (i passi, le figure, ecc.) portandoli avanti un po’ per volta. La donna a volte ha poca pazienza di aspettare i tempi dell’uomo, a volte servirebbe scambiare i ruoli per accorgersi di come sia complesso guidare nel tango. Dal mio punto di vista una buona intenzione, ovvero volersi connettere all’altro e farlo sentire a suo agio è già un ottimo punto di partenza nel tango, rispetto al bisogno di far vedere quanto si è bravi o al portare tante aspettative nell’incontro. Bastano elementi semplici per ballare insieme, una bella camminata a tempo, un abbraccio confortevole, qualche elemento primario. Datti il tempo di crescere e se possibile pratica molto, senza timore. Tutti per imparare hanno avuto bisogno di tempo e di prenderci le misure. E laddove possibile esplora altri insegnanti, ognuno ha da dare qualcosa, a suo modo, fino a trovare ciò che è buono per te! Ti auguro un buon Tango! Maria